Con Cristo nella carità:
l’esperienza dei centri d’ascolto caritas durante la quarantena da covid-19
La settimana è iniziata con un appuntamento serale in video conferenza che ha visto il coordinamento dei Centri d’ascolto guidata dal direttore Don Marco Russo, incontrare i responsabili dei centri d’ascolto della Caritas parrocchiale presenti nella diocesi.Da parte del Coordinamento composto da don Pio, Monica, Marialuisa è stato un momento per riabbracciarli tutti con lo sguardo di vicinanza e di preghiera e per poter condividere un momento particolare che ognuno di noi ha vissuto: l’incontro/scontro con la pandemia del coronavirus. Mai ci saremmo immaginato di vivere chiusi in casa per non contagiare e non essere contagiati, mai avremmo immaginato di non poter vedere, incontrare e abbracciare i nostri parenti più stretti, mai avremmo immaginato di non poter partecipare alla messa domenicale! Insomma la pandemia ha sconvolto la nostra vita, le nostre abitudini e le nostre relazioni. La psicologa Paola ha guidato i racconti dei responsabili dei centri d’ascolto dai quali non è mai emersa la disperazione o la sfiducia. Ognuno insieme agli altri operatori Caritas, dopo un momento di disorientamento si è rimboccato le maniche e ha messo in moto la macchina della solidarietà. Gli operatori Caritas più anziani da casa con la preghiera hanno sostenuto chi operava concretamente nel organizzare e consegnare pacchi viveri; gli operatori più giovani con la collaborazione del parroco e degli enti comunali si sono impegnati a essere attenti alla distribuzione per non dimenticare nessuno e perché nessuno potesse sentirsi abbandonato. Tanta carità fatta di gesti, ma anche tanta amarezza di non poter fare altro o non soddisfare completamente i bisogni e le richieste. Queste le emozioni, ma anche una lettura della realtà molto amara: questa pandemia ha fatto registrare un aumento di persone che hanno bussato alla porta della Caritas parrocchiale e diocesana. Famiglie che hanno sempre
vissuto del proprio lavoro anche se precario, anche se a nero, si sono trovate a non sapere come soddisfare i propri bisogni primari. Qui la vicinanza della Chiesa attraverso la Caritas parrocchiale è stata determinante! Tuttavia ogni gesto molto concreto è stato accompagnato da ascolti telefonici attraverso i quali si è cercato di risollevare anche un po’ il morale. I racconti degli operatori parrocchiali Caritas sono stati fatti propri dal direttore che ha sottolineato che la Caritas non si è mai fermata e ha combattuto il virus con la solidarietà e la prossimità. Per ogni famiglia, persona che ha chiesto aiuto non è stato dato solo qualcosa, ma è stata comunicata vicinanza, ascolto e speranza. Queste sono le caratteristiche di un servizio Caritas che non si ferma al donare qualcosa, ma va oltre. Ha rispetto prima di tutto della persona come tale, ascolta il suo bisogno e risponde chiamandola per nome per ridonarle tutte la sua dignità. Anche la caritas diocesana ha operato sempre sin dal primo giorno di lockdown con interventi di aiuto materiale e non solo. Si è fatta vicina a tutti sacerdoti della diocesi chiamandoli per conoscere le varie necessità e organizzare un pronto intervento; si è fatta vicina ai senza fissa dimora accogliendoli nel centro diurno dopo che avevano passato la notte al dormitorio per far rispettare anche a loro la quarantena; ha donato delle apparecchiature sanitarie all’Ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” per aiutare i medici; insomma ha vissuto in pieno l’emergenza senza paura, ma con grande senso di responsabilità. Ed ora? Tutti i centri d’ascolto Caritas sono pronti a riprendere le attività di ascolto e aiuto secondo le nuove regole dettate dallo Stato e per questo stanno rimodulando gli spazi per un servizio che rispetti sempre la persona. Per molti di essi significherà conoscere queste nuove famiglie che hanno bussato durante il periodo di quarantena; nuove povertà o solo emergenza? Questo lo sapremo tra qualche mese. Dice papa Francesco: «la Carità è la più ambita delle virtù alla quale l’uomo possa aspirare per poter imitare Dio. Ecco perché vorrei ribadire che la Carità non è un’idea o un pio sentimento, ma è l’incontro esperienziale con Cristo». Allora insieme, come ci sottolineava il direttore Don Marco, ricordiamoci che ogni volta che incontriamo un povero non dobbiamo solo dare a lui qualcosa, ma comunicare soprattutto Cristo che anima il nostro cuore, donare la speranza che viene dal nutrirci della sua Parola e del suo Corpo.
Salerno 21 maggio 2020 Marialuisa Troccoli
SCARICA L’ARTICOLO COMPLETO
Please follow and like us:
Complimenti Marialuisa. È molto bello quello che scrivi.
Ti abbraccio. Buona giornata.