fonte ALETEIA – padre Carlos Padilla – pubblicato il 10/06/22
I doni dello Spirito Santo mi aiutano a crescere e mi perfezionano. Mi guariscono dentro, mi purificano.
Dice padre Kentenich che i doni “mi regalano la capacità di obbedire alle ispirazioni dello Spirito Santo – non alla ragione – e di seguirle docilmente con rapidità, costanza ed eroismo”.
Lo Spirito mi porta a prendere decisioni in Dio e non lontano da Lui. Sono figlio di Dio e vivo nel mondo, ma non sono del mondo.
Quando vivo dello Spirito mi è facile seguire gli spunti di Dio.
Dio e io, una cosa sola
E allora sono più me stesso senza smettere di essere interamente possesso di Dio. È quello che sottolinea Pablo D’Ors parlando di San Charles de Foucauld:
“Normalmente assomigliamo tutti a qualcuno, ma lui non assomiglia a nessuno. L’avventura di essere se stesso, ascoltare la coscienza e obbedirle sempre… Ha sofferto per il suo amore, è stato un vero cercatore, un innamorato instancabile. È un esempio di come la fede sia stata carnale; l’ha incarnata”.
Lo Spirito Santo con i suoi doni ha fatto sì che questo santo fosse sempre se stesso.
Amare da quello che sono
Non voglio rinunciare al mio modo d’essere, alla mia identità. Sono me stesso, e per questo opto per l’amore.
Non smetto di amare dalla mia verità, ed è amando come sono che divento capace di seguire qualsiasi spunto che lo Spirito Santo pone nel mio cuore.
Chiedo allo Spirito di togliermi tutte le maschere, di cancellare in me ciò che non è autentico.
Di tirarmi fuori dalla mia povertà e di elevarmi al di sopra delle mie paure. Di non rinunciare mai alla verità che Dio ha seminato nel mio cuore.
Voglio essere fedele a me stesso, ai miei sogni, ai miei desideri più intimi.
Sono fedele al mio carisma, al mio dono. All’originalità che Dio vuole che doni a quelli che amo. Come sono è forse come mi vedono gli altri.
Voglio imparare a vivere come Dio mi ha creato, dalla mia verità. Lo Spirito mi rivela il mio essere autentico, il senso della mia vita.
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