Questa domenica entrerà in vigore la nuova costituzione voluta dal Papa. Il dicastero centrale diventa quello dell’Evangelizzazione, una vera e propria rivoluzione rispetto all’assetto romanocentrico della Curia negli ultimi cinque secoli. Come spiega Franca Giansoldati sul Messaggero:
Già dal titolo – Praedicate Evangelium – si capisce che l’indirizzo operativo individuato da Bergoglio per il futuro della sua macchina di governo si dovrà sviluppare più all’esterno che non all’interno, più sul fronte pastorale che non su quello dogmatico, privilegiando la via della decentralizzazione, della inclusione, della razionalizzazione con un occhio ai poveri.
La riforma della Curia, attesa fin dall’inizio del Pontificato di Bergoglio, potrebbe essere – se applicata e recepita come nelle intenzioni di Francesco – uno dei più importanti lasciti del Papa. Una riforma che vede al centro dell’azione della Curia lo slancio missionario, una maggiore partecipazione dei laici (e dunque delle donne) nei Dicasteri della Santa Sede:
Nasce poi un super dicastero per la Carità anche se la novità maggiore è che la Congregazione della Dottrina della Fede – per secoli il ministero numero uno – scende di un gradino nella scala del potere per fare salire la Congregazione della Evangelizzazione dei Popoli, il nuovo cuore pulsante della curia che accorpa anche il pontificio consiglio della Nuova Evangelizzazione. Le redini di questa struttura saranno nelle mani del Papa e non dei due pro-prefetti (il cardinale filippino Tagle e Rino Fisichella).
La Segreteria di Stato viene ridimensionata in importanza e la gestione del personale passa al dicastero per l’economia. Una rivoluzione soprattutto perché parte dei ruoli di coordinamento, sono andati alla Segreteria per l’Economia, che è diventata un organismo di fiducia del Papa, questo anche per evitare – questa sembra l’intenzione dopo lo scandalo di Londra – di creare organismi elefantiaci con troppo potere e troppe risorse. Come motore ideale, lo sviluppo delle capacità e delle risorse umane presenti nella Curia, la possibilità di aprirsi ad altre professionalità e una accentuata mobilità interna (Acistampa)
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